La pioggia non è lacrima, non è pianto, non è sofferenza, non è pena. Il suo discendere dall’alto non è caduta, il suo stillicidio non è tedioso. Il suo approdo è gentile, prima d’esso è calma, silenzio, vuoto che colmerà impulsivamente. Il suo levare è malinconico, triste, lascia il profumo della terra, le affranti grida dei fiumi.
La pioggia è un insieme di voci gioconde, che litigano e poi si baciano. Il suo sapore ha rievocazioni del passato, l’incognita del futuro, l’odore dei suoi piedi. Il suo colore è serale, tranquillizzante, avvolgente, un triste abbraccio d’addio. La sua sobrietà è ansiosa, i suoi tuoni vendetta, i suoi folgori avvertimenti.
Pioggia che inganni, lusinghi, accompagnata da colori foschi e venti che ti portano via.
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