venerdì 5 dicembre 2008

Abbandono

Sfuggi,
non ho voglia di rincorrerti.
Ti ho amata perché eri, ti ho odiata quando sei diventata.
Un altro tempo è ripreso, tu ancora non chiedi vivi nei silenzi, nel buio è la tua riflessione.
Con che occhi mi guarderai.
Atteso e stanco il tuo sguardo non ha più luce, di cosa hai paura?
Di un ombra astratta senza forma, ne profondità,
fingi di capire, di sapere, non inganni con la tua incoerenza.
Doni la capacità di apprendere, poi la reclami.
Perché rimpiangi il passato, non è mio ne sarà più tuo.
Non mistificare, nulla ti e dovuto, il tuo bagliore é quasi esausto.
Perché accetti ripensamenti e compromessi?
Non calpestare l'illusione, riserba il rancore non per me,
ma per chi ancor crede in te.
Non render vana la loro speranza, non soffocare la fiducia di chi ti ha amato senza scappare.
Lascia che l'emozioni invadono la tua involontaria oscurità.
Pensa ai sorrisi, ai pianti che hai regalato, più di un forte abbraccio ricorda,
che tu domavi, hai dato il coraggio di continuare solo per scoprirti.
Rigenera la voglia di credere che tu ci sia, quando la luna darà il cambio al nuovo giorno
con l'auspicio, che sarai lì a vegliare.
Che non sia mai come un libro letto a metà, o di un presunto amore,
rincorso solo per l'amaro gusto di sapere se ne valeva la pena.
Non è il nostro mondo, non è la strada che vogliamo imboccare.
Mi affligge non poter rincorrere la mia mente, che si permette viaggi,
solo perché ancora non condizionata dal modo di vivere.
Non frenare il mio istinto di libertà soltanto per il pregiudizio ritorna in te.
Ti aiuterò a superare gli ostacoli che ti tormentano.
Dammi fiducia, e darò senso alla nostra esistenza.
Voglio che la mia vita sia come un puzzle con centinaia di pezzi mancanti, e un
cuore in un palmo di mano.
Mi basta per dire che sono vero, e che tu ci sia.
Adesso ho solo voglia di dormire per non pensare più a te.
A te che ho resa unica nei miei sogni, a te che ho tanto amato ribadisco:
Ancora una volta...vita.

martedì 4 novembre 2008

Il suono del silenzio

Un fulmine illumina una notte fredda che abbraccia una pioggia sottile e pungente.
Il mare si scontra tra gli scogli, l'aria ne respira i profumi.
Un vento inquieto, trascina via foglie ingiallite dall'autunno formando enigmatici disegni in aria, come se volesse comunicarci qualcosa.
Col capo appoggiato alla finestra guardi, quasi non meritevole di prendere parte a tale manifestazione, ma nulla è per caso.
I tuoi occhi brillano, la tua mano trema, cerca di trovare appiglio su di un vetro reso opaco dal tempo,
dal freddo, cercando di cancellare quei pensieri più reconditi che improvvisamente affiorano in te.
il tuo cuore ne ascolta le vibrazioni, con
il timore che il fantasma di quel sentimento rovinato e spento, voglia resuscitare emozioni, voglia la verità.
Ricordi di impulsi bruciati, infangati, gelati dall'odio, dalla gelosia per la presunzione, dell'essere....chi!
dimenticando, che non siamo padroni di ciò che ci contorna, ma che ne facciamo solo parte.
Quella parte sacrificabile in qualsiasi momento, dalla cupidigia dell'uomo che,
innalza immaginari di lealtà, "amicizia", ma basta un niente che tutto sprofonda nel nonnulla.
Dolci atmosfere, distrutte da malinconici e penose ingiustizie.
Esorcizza il male che provoca la discordia, e l'ilarità e l'accontentarsi, sarà sintonia di vittoria.
Solo la tua voglia di ricominciare, illuminerà una notte rubata a stelle di risvegliata bellezza.
Non aspettare la neve per cogliere la rosa, non danzare da sola sulla riva del mare fermati, ascolta
c'e chi è stato in disparte, per troppo tempo.
Asciuga le sue lacrime, fonditi in lui.
Accarezza il suo volto stanco, tendigli una mano, perché in ogni parte di noi, in ogni cosa che facciamo, qualcuno lo ricorderà sempre!
Non è un segreto che tutto rimanga a te, ma mostra il tuo essere, rendilo radioso come un giorno di primavera,
Basta guardarti intorno, non sfuggire e vedrai un sorriso per te, fallo tuo.
E' l'inizio della tua ricompensa.
Adesso puoi sentire!

mercoledì 17 settembre 2008

Sognando

Una luce accecante oscura le tenebre, rendendole inerme.
l'aria è strana, si carica di energia.
Da un lembo fuoriesce l'esistenza, cerca un contatto.
Una vibrante emozione ti attraversa con veemenza.
Una voce sconosciuta ma suadente, ti sussurra di seguirla
D'improvviso le lacrime di un bambino scorrono nei tuoi occhi, una si adagia alla terra e sboccia la vita.
Dal tuo ego, sconosciute percezioni vagano tra una dimensione a l'altra, lasciando una inebriante sensazione di benessere.
A sua volta, l'anima da senso ai misteri dell'esistere, che rispondono a quesiti mai risolti.
Corre un unicorno sulle rive di un fiume.
La sua immagine riflessa spicca orgogliosa il volo, il vento scuote la sua bianca e lucente criniera.
Attratto e distratto ammiri il suo volo, lo seguiresti, ti osserva.
Un angelo ti sorride, e ti dona le sue ali, altri ti accompagnano
in volo, la loro purezza ti ammalia.
Cerchi un compromesso tra il possibile, il certo, l'incerto e ciò che non si e mai pensato.
La voglia dello scoprire sovrasta ogni paura e dubbio.
Suonano ad unisono arpe e campane, le note danno forma e verso alla fantasia.
Un arcobaleno intinge il mare nel cielo, tutto è colore, è magia.
Fiocchi di neve come coriandoli, si illuminano di mille colori.
E' come un tesoro ancora da scovare, che rende tutto ciò che giaceva nei meandri più profondi della nostra coscienza, vero!
La prua di un veliero che fuoriesce da un paesaggio poggiato su niente, sfoggia i tuoi sogni che prendono il largo.
Si forma all'orizzonte un barlume dietro:
L'infinito.

martedì 26 agosto 2008

Ascoltati

Amo la tua trascendenza, il volere a tutti i costi rialzarsi, il tuo non piegarti mai.
Piangi e poi sorridi.
La tua forza mi affascina, il tuo sorriso segna le stagioni, fermano il tempo,
contemplano gli animi, placano l'ansia.
Tanta saggezza che si colora di trasparente, di chi non vuol vedere, di chi non vuol sentire.
E poi soffrire, perché il cuore è sordo dal dolore, cieco per non amare.
Il tuo sapere, spezza le barriere dell'incomprensione.
Mi avvicino a te, la tua ombra è segno di
completezza.
Tutto tace, tutto si annulla.
Non ho timore, quando seguo i tuoi pensieri, la tua beltà.
Metti adagio la mia angosciosa speranza di ricominciare a sognare.
Chiedo, non rispondi.
Un raggio di sole ti illumina e riscalda, sciamano i perché.
Ecco..., l'intemperanza dell'animo, costretto a mendicare nei cuori,
resi sfatti ad accogliere e custodire con caparbio, quel velo d'amore che lasciamo disperdere lontano da tutto.
Mostrati a me, affinché sia resa giustizia, alla rivincita dei rugginosi sensi.
Tramuta la paura in una finestra sul mare, e l'affacciarsi sia l'inizio di una luce,
resa tetra dalla malinconia dell' animo, il ritorno a splendere nei sogni.
E continuo a vivere...

giovedì 31 luglio 2008

Essere

Amo perché ho imparato a soffrire.
Piango, ma ho imparato a sorridere.
Vivo per ritrovare me stesso, ma...
Ascolto perché ho un cuore.
Penso perché ho imparato ad ascoltare.
Sopporto perché è il peso dei miei perché.
Gioco, perché la vita è un girotondo senza tenersi per mano.
Reagisco alle incomprensioni altrui.
Perdono, perché un tempo fui perdonato.
Respiro, perché l'aria sia essenza di vita.
Sogno perché è l'unica realtà rimasta.
Vorrei volare, ma non ho le ali, allora corro perché nulla si fermi.
Salto per non inciampare, ma inciampo per non aver saltato.
Incontro, ma è stato un imprevisto.
Non odio, perché non giudico, ma vengo giudicato da chi dice di amarmi.
Sono perché esisto.
Credo, perché tutto è un incomprensibile paradosso.
Ero perché non lo sono mai stato.

lunedì 28 luglio 2008

Notte

Arrivi, con quiete ansimando, tra il dolce sfarfallio del tremito vento che sinuosamente turge l'oscurità. Come una tenera madre che rimbocca le coperte al suo figliolo, ci accarezzi sfiorando e ci proteggi dal vago dormir. Le stelle, tappezzano le tue ali, volano nell'incoscio pensiero d'ognuno portando gioia e tristezza.


La luna fa da sentinella ai nostri sogni. Un'onda, dall'oceano, s'innalza su nel cielo e spazza via il tetro grigiume, colorano di verde e blu tutti i sogni.

Oh notte, a te l'arduo compito di preservare le anime dal sonno, a te la luce nell'immenso buio.

venerdì 13 giugno 2008

Aimee

Ingoieresti il mondo col verde dei tuoi occhi, curiosi, attenti, profondi, interessati, saranno forse i miei? La tua mano incendiaria non accarezza, effonde, interazioni fondamentali. Sembri impercettibile, sfuggente alle tenebre, i tuoi movimenti costanti, intelligenti, il tuo sguardo acuto. Splendi nell'oscurità del cielo grigio e pallido. Sei sfumature di giallo avvolta nella pioggia, un salice che piange in un giorno raggiante.


Affascini voltandoti in timidezza, piccola. La tua costanza la tua forza. Ti muovi spedita, tanto fragile quanto forte. Il tuo intelletto è veloce, perspicace, decifrare è per te naturale. Ti abbandoni al veleno dell'orrore, alle tue fantasie. Un angelo pugnala la tua incertezza, demoni ti circondano e tu sorridi loro facendoli inchinare ai tuoi piedi.

Esitante ed incerta nella percezione illogica cirocostante, seppur relativa. Atterrita dall'universo, l'infinito ti incuriosisce. Rigogliosa e fiorente, eclissi il tuo futuro, prepotentemente, il tuo desiderio di svelarlo, guardarlo. Sii agile, lesta, affronta la tua perspicacia, donale dubbi e sorrisi col tuo sguardo sfuggente e sognatore.

lunedì 2 giugno 2008

Ansia, Veloce, Corre

Soffia veloce, troppo veloce.


Corre, non si ferma, è incontrollabile. L’ansia, la frenesia, corre. S’addensano, si sommano, si confondono.

Veloce, troppo veloce. Oggi, dopo domani, troppo veloce, troppo. Fare, tanto, inutile. Tutto è inutile ed è tanto, troppo.

Domani, fra una settimana, corre veloce. Il vento lo prende, lo scaraventa in aria, si perde, si confonde.

Corre troppo veloce e non c’è modo di fermarlo. Dove va? Non vuole, ma sfugge, imprendibile. Lo sguardo lo segue, lo vede. Il pensiero lo segue. Si perde. Si mischia, confusamente, si sovrappone. E’ follia. Non è necessario, ma corre, teso, troppo teso. L’ansia, veloce, corre…

lunedì 26 maggio 2008

Cerca nella Vita

Dal nulla, si materializza come d'incanto. Un delicato sospiro si apre la via ed inizia ad assaporare l'inesplorato. All'inizio tentennando, poi d'improvviso, con furia, si catapulta nelle viscere dell'intorno, senza freno, nella conoscenza dell'essere attraversato dalle molteplici ambiguità circostanti. La meraviglia, la scoperta, l'incostante adeguatezza nel non mai seguire un conduttore di idee o pensieri. L'inappropriato cercare un senso o dovere, costretto da tutti a seguire. La voglia di scaraventare la monotona normalità, giù, da un burrone senza fine.

Il contrasto della società, l'imporre regole senza un dovuto rispetto nell'essere, presente e vivo! Ansia, frustrazioni, paure dell'incontrollabile, in realtà tenuto a bada solo da un irrefrenabile ed incontaminata superficialità.

Vita resa impotente dai devastatori delle potenzialità altrui, pregiudizi affrettati e giudizi senza cognizione di causa. Ma l'uomo conferma l'ipotesi di un'esistenza basata su di un' immorale apparenza.

C'è un cuore, una testa, un'anima, non fatela morire. Combattere per quello che si è e non per quello che bisogna essere.

Vita, non lasciare il vuoto nella mia fine.

Rosario

mercoledì 21 maggio 2008

Nessun Scampo

L’aria ha sapore d’autunno stanotte. Antitesi all’odor della ginestra. Piove, lentamente, a tratti. Elettricità e freschezza. Il vento trasporta l’ansia del tempo, l’odore di vaniglia, i ricordi del passato. Nessun contatto, nessun timore, alcun amore. Il desiderio, levigato, tagliente, di sfiorarsi e lasciarsi andare al sonno. Scrivere è pensare.


Una luce intermittente. Un burrone, un recinto e il punto di follia, completamente insignificante. Parole inutile ed indimenticabili, il leggero fruscio e il ricordo di alcune note, notte piccola.

La consapevolezza dell’impossibilità, un’esplosione materiale ed il suo limite razionale. Scorre, gocciola, prima veloce e poi costante. Scomparsa? Il rio è colmo di gioia, stanotte. L’acqua non evaderà, imprigionata si disperderà in mare. Il mare e la sua schiuma, l’assunzione di un colore sporco cela un segreto poetico ma corruttibile, di corrisione.

Quattro i giorni non scritti, maggiori quelli non visti, l’apparizione di una sagoma, solo parvenza di realtà. Tutto inventato, sciocca, stupida aspettativa che regali falsità.

La costrizione del relazionarsi, l’obbligo, il dovere, l’orgoglio, insieme, punteggiati hanno il sapore di una cascata, dispersivo. Sono vizi d’umana natura, sono il rigetto di qualsivoglia forma di costrizione. Creatasi, inventata ma emozionale. Non avrai scampo neppure stanotte. Giù.

giovedì 15 maggio 2008

Beata Solitudo

Ti amo, solitudine. Hai il sapore della quiete, il silenzio della neve, la voce del mare. Non disturbersti una formica, hai la notte nel cuore, il sole alla schiena, la profondità del vuoto. Il tuo eco è dolce, la tua voce è solenne, saggia. Soffochi in lontananza, ti avvicini dolcemente. Non ti lasceresti tradire, non tradiresti. Avvolgi invisibilmente, non parli, ascolti, non suggerisci, ami, non infastidisci, accarezzi. Ti annulli e mostri di nuovo, mendichi amore, poveramente ti accarezzo, mi lascio coinvolgere. Beata solitudo.

lunedì 12 maggio 2008

Positano e Dintorni

Si sogna, mirando l’orizzonte. Il sole d’estate è dolce. I limoni e le bouganville profumano e il vento accarezza con il loro odore. La pioggia d’estate è calda e il mare brilla di giallo e sfumature d' azzurro, blu, celeste. Il verde dei monti si sfuma fino ad un oscuro divenire notturno. D'estate spiaggia e mare sono armonia, gioia e felicità. La luna arancione è avvolta nell’umidità e brezza notturna. Sembra attraccare in un libro di storia mai esistito. Le luci ombreggiano in riva, il mare si trasforma dopo un temporale. Spicca alta una montagna quasi a voler sorvegliare sulla tranquillità e la quiete. Le pendici dei monti sembrano suicidarsi, nel mare. A gennaio essi s'imbiancano e le nuvole si colorano di grigio, di nero. Il mare è verde, ha freddo. Il vento scivola dai monti e prima che arrivi a mare gli alberi i primi ad agitarsi. La nebbia è rara e la neve in collina sembra zucchero a velo, soffiato, veloce. La spiaggia e il mare di inverno sono tristezza e amore. Di notte ascoltare il silenzio e le stelle incanta...


Immagini: Vito Fusco
Parole: Vincenzo D'Urso - Rosario Apuzzo

domenica 11 maggio 2008

Pioggia e Lacrime

La pioggia non è lacrima, non è pianto, non è sofferenza, non è pena. Il suo discendere dall’alto non è caduta, il suo stillicidio non è tedioso. Il suo approdo è gentile, prima d’esso è calma, silenzio, vuoto che colmerà impulsivamente. Il suo levare è malinconico, triste, lascia il profumo della terra, le affranti grida dei fiumi.


La pioggia è un insieme di voci gioconde, che litigano e poi si baciano. Il suo sapore ha rievocazioni del passato, l’incognita del futuro, l’odore dei suoi piedi. Il suo colore è serale, tranquillizzante, avvolgente, un triste abbraccio d’addio. La sua sobrietà è ansiosa, i suoi tuoni vendetta, i suoi folgori avvertimenti.

La pioggia, dapprima infrange la solitudine, poi t’abbandona, irrequieto, nella sua attesa. La sua mancanza istiga la distruzione, il dolore, poi l’accettazione del nuovo divenire. La sua presenza soffia sul fuoco della riflessione, l’appaga, la spegne violentemente. Il suo dormire è irrequietudine, un sussurio delle dolci parole, la miseria dell’amore.

Pioggia che inganni, lusinghi, accompagnata da colori foschi e venti che ti portano via.

sabato 10 maggio 2008

Somma-Vesuvio

"Ecco il Vesuvio, poc'anzi verdeggiante di vigneti ombrosi, qui un'uva pregiata faceva traboccare le tinozze; Bacco amò questi balzi più dei colli di Nisa, su questo monte i Satiri in passato sciolsero le lor danze; questa, di Sparta più gradita, era di Venere la sede, questo era il luogo rinomato per il nome di Ercole. Or tutto giace sommerso in fiamme ed in tristo lapillo: ora non vorrebbero gli dèi che fosse stato loro consentito d'esercitare qui tanto potere." (Marziale Lib. IV. Ep. 44 )


"To nothing but Vesuvius; but the mountain is the genius of the scene. From every indication of the ruin it has worked, we look, again, with an absorbing interest to where its smoke is rising up into the sky. It is beyond us, as we thread the ruined streets: above us, as we stand upon the ruined walls, we follow it through every vista of broken columns, as we wander through the empty court-yards of the houses; and through the garlandings and interlacings of every wanton vine. Turning away to Paestum yonder, to see the awful structures built, the least aged of them, hundreds of years before the birth of Christ, and standing yet, erect in lonely majesty, upon the wild, malaria-blighted plain--we watch Vesuvius as it disappears from the prospect, and watch for it again, on our return, with the same thrill of interest: as the doom and destiny of all this beautiful country, biding its terrible time. "(Dickens "Pictures from Italy" Cap. 11)

venerdì 9 maggio 2008

Lasciarsi

L’odore della terra bagnata. Un’aria dolce, delicata, sfiora la pelle. Un vento non caldo, non freddo. “Una luna poggiata sul mare”. Di nuovo quei giochi di colore. Giallo pallido avvolto da un cerchio umido. Lentamente nero, profondo sull’orizzonte. Non nevicherà quest’anno.


Quante più cose tu m’abbia lasciato che io non ho. Quante volte hai avuto ragione. Quanto fraintendimento. Una sfida ed un unico obiettivo. Discussioni accese, ma un miglioramento. Vedere ed attendere, esporre idee quasi matematicamente, eppur poesia. Mai pochi e banali errori ma stupire con uno, unico, ironico.

L’acqua scende diminuendo. Il ricordo del mare caldo in riva. Il sole accecava, il tutto, circostante. Un’altra sera al colle, stessa altitudine della prima volta. La brezza, umida e fredda di una giornata che brucia. Un piccolo treno. La terra arida, steli d’erba secchi. Un silenzio ed una cicala costante. Intorno la visione della quiete. Un portone verde, aceto in bottiglia all’ingresso, il forno a legna. La sensazione di un rifugio all’ombra in un’arida giornata. Una volta doloroso. Una strada ch’oggi appare il raggiungimento di un equilibrio. Fino al mare, poche colline e la polvere. La spiaggia di corallo, nessuna auto per decine di chilometri. Amore accompagnato dalla solitudine. Le luci umide e arancioni, le case dipinte di carta, di notte. Il cielo azzurro, il vento e l’incresparsi del mare. I ricci, il mal di stomaco. Su e giù sulla stessa strada. Sarà ancora li, la stessa, ciò che la circonda. Luoghi nascosti ma conosciuti. Posso vederli tutti, atterrarando sul mare e poi ancora…

mercoledì 7 maggio 2008

Mezz'estate


…un ponte, una luna poggiata su mare, un’isola e impercettibili luci, l’orizzonte, e la scia umida, e le sfumature di grigio, e il giallo pallido della luna. Un volto, la sua curiosità e il sorriso che vela i grandi quesiti irrisolti da sempre.

L’amore la felicità l’odio il passato l’ansia l’amicizia il futuro e la paura e il dubbio… decifrati senza pausa forse possono dare il senso veloce dei pensieri, loro, si susseguono nella mente in solitudine, loro, senza arrestarsi neppure di fronte al dolore e alla rabbia, loro.

La voglia di detonare… non un bel suono ma il giusto senso di ciò che non si può trasmettere con le parole. Non con le parole ma con il disegno, immaginato come uno stato di assenza, inconscio del significato. Semplici colori, linee, geometrie riportati su un piano bianco, come iniziare dal principio, il senso della spensieratezza, di non doversi spiegare e di essere, essere e basta. Inspiegabile, dico, l’ “arte”, con la paura che sia una parola statica, metodica, tecnica, regolata, conformista, proprio ciò che l’ “arte” non è.

Eppure, talvolta nulla è intelligibile, corollario il diniego di dovere, doversi risolvere in concreto, ecco lo stato di assenza del disegno, la scrittura, la musica. La necessità di un non-senso, non-logica, di parole inadatte ma adatte, il ripudio di tutto e del contrario di tutto, guardare sempre oltre l’oltre dove non si può andare, un ritmo musicale veloce melodico, impossibile seguirlo, una scrittura senza punteggiatura… qualcosa di astratto anche se concretizzato con una mano, imprudenza, quasi. La naturalezza di apostatare tutto, forse per contraddire, indubbio per conoscere… la sintesi di una follia, la tachicardia dei pensieri, con la pioggia e le scariche elettriche, ugualmente ma diversamente, lo stesso scenario…